Avengers: Infinity War è nelle sale e a commentare l’avvenimento si è interpellato nientemeno che Jim Starlin, colui che ha creato Thanos e il Guanto dell’Infinito, ma non solo: Starlin ha dato vita al crossover cosmico per eccellenza di Marvel Comics, miniserie a fumetti che ha ispirato anche il film attualmente nei cinema.
Jim Starlin ricorda che le Gemme dell’Infinito erano un lascito che si portava dalle storie precedenti di Warlock. Solo dopo assodò il loro numero e la loro potenza in modo definito.
Quando scrivevo le storie di Adam Warlock, sapevo che se ne avessi avuta l’occasione avrei riportato in vita il personaggio di Thanos. Era abbastanza popolare e a me era piaciuta un sacco la storia che avevo raccontato su Captain Marvel. Quando Craig Anderson, editor di Silver Surfer, mi chiese di prendere in carico la serie, ci pensai subito. Craig non aveva problemi con il ritorno di Thanos. Era il periodo in cui la Marvel era appena stata comprata dal gruppo di Ronald Perelman, che cercava di strappare ogni soldo dai lettori. Sembrava che ogni X-Men esistente dovesse avere una sua serie. Quando le vendite di Silver Surfer aumentarono in corrispondenza del ritorno di Thanos, mi dissero che volevano vederlo di più e protagonista di qualcosa di speciale. Ed ecco la nascita di Thanos Quest, che ci condusse direttamente a Infinity Gauntlet.
Starlin aggiunge qualche informazione riguardo l’inclusione degli X-Men, allora il gruppo di punta dell’Universo Marvel.
Non creammo Infinity Gauntlet intenzionalmente. Thanos Quest doveva rientrare nelle trame di Silver Surfer. Solo quando fece grande successo di vendite mi chiesero di ampliarne il concetto e noi proponemmo Infinity Gauntlet. Avete ragione a pensare che fosse difficile mettere insieme il crossover. L’editor delle testate mutanti non voleva farci usare nemmeno uno degli X-Men. Tom DeFalco, credo, alla fine lo ha convinto a cederne un paio. Ecco come Wolverine e Ciclope sono entrati a far parte della storia.
Starlin continua spiegando il metodo di lavoro dietro un crossover di tale portata, veramente differente da quelli adoperati oggi. I crossover non tentavano di forzare le conseguenze delle singole serie, per cui tutti gli editor volevano i propri personaggi in Infinity War, che avessero un senso o no. Un modo per presentare i propri personaggi e accalappiare qualche lettore in più delle proprie serie.
Fonte: Newsarama