Christine La macchina infernale di Stephen King RECENSIONE

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christine la macchina infernale

Christine La macchina infernale: un horror d’altri tempi

Christine La macchina infernale

christine la macchina infernaleTITOLO: Christine. La macchina infernale

AUTORE: Stephen King

EDITORE: Sperling & Kupfer

PREZZO: € 12.90 cartaceo; € 7.99 e-book

 

RECENSIONE:

Questa è la storia di un triangolo d’amore. Protagonisti: Arnie Cunningham, Leigh Cabot e, naturalmente, Christine. Vorrei tuttavia che teneste presente il fatto che Christine entrò in scena per prima. È stata il primo amore di Arnie e anche se non lo giurerei, penso tuttavia che sia stata il suo unico e vero amore. Per questo sostengo che ciò che avvenne fu una tragedia.

Credo che questo incipit sia perfetto e spieghi, riassumendo molto bene, la vicenda di questa storia. Viene tralasciato però un piccolo fondamentale particolare: Christine è una macchina. Ovviamente, se conoscete almeno un po’ Stephen King potete già immaginare che Christine non è una macchina qualsiasi: è dotata di vita propria e si rigenera. Sì, avete letto bene.

Christine rappresenta il male, è una sorta di malìa per Arnie così come lo è stata per il suo precedente possessore. Una volta entrato in macchina o anche solo vicino a Christine Arnie non è più lo stesso.

Il suo viso dapprima pieno di foruncoli non avrà più imperfezioni; il suo modo di pettinarsi e di parlare cambierà; avrà un mal di schiena che un ragazzo così giovane non dovrebbe avere; anche la sua firma non sarà più la stessa. Arnie Cunningham assomiglierà sempre di più a LeBay, il merdoso primo possessore di Christine.

Oltre ad Arnie e a Christine gli altri due protagonisti sono Leigh, la prima e ultima ragazza di Arnie e Dennis, il suo migliore amico e principale narratore di questa macabra storia.

Christine mi ha tenuta incollata alle pagine così come ha tenuto Arnie incollato a lei: non riuscivo a staccarmi.

Mi rendo conto che forse King, come fa spesso, ha riempito il libro di descrizioni e dettagli anche inutili ai fini della storia ma vi giuro che la cosa non mi ha pesato nemmeno un po’. Non mi sono mai annoiata, non ero mai stanca di leggere, non ho mai saltato qualche riga pensando “questa parte non finisce più”. Così come lo era Arnie anch’io ero ammaliata da Christine e non vi nego che più volte ho pensato “sarebbe fighissimo avere una macchina del genere” per dirmi, subito dopo, che non dovevo nemmeno pensare ad una cosa del genere visto come Arnie era ridotto e visto quello che Christine è in grado di fare.

In quei momenti, voglio sperare che abbia semplicemente prevalso il mio amore per le macchine.

Un tratto distintivo di King è il finale. King non finisce mai veramente un suo libro. C’è sempre un dettaglio o un vero e proprio finale aperto che fa pensare al lettore “non ci credo, dopo tutto questo non è ancora finita, non posso ancora stare tranquillo”. Probabilmente è stato proprio grazie a King che odio i finali aperti. Devo confessare tra l’altro che in questo libro mi ha dato particolarmente fastidio: ancora una volta la storia non finisce propriamente bene (certo, poteva andare peggio ma non si può dire che il libro abbia la tipica conclusione propria delle fiabe) e quindi per una volta speravo che King la finisse qui e invece no, ovviamente no.

Sperate di non imbattervi in una Plymouth del 1958 rossa e bianca, se la vedete sappiate che non sarete al sicuro nemmeno dentro casa. Non sarete al sicuro da nessuna parte.

Che cos’era? Una comune automobile che, chissà come, era diventata la dimora micidiale e pericolosa di un demone? Una sovrannaturale manifestazione della personalità ancora incombente di LeBay, un’infernale casa stregata che rotolava su gomme Goodyear? Non avrei saputo che cosa rispondere. Sapevo solo che ero terrorizzato.

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Voi lo avete letto? Cosa ne pensate? Fatemi sapere!

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A presto lettori,

erigibbi

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