Stephen King, con Doctor Sleep, ci ripropone un personaggio che già abbiamo amato: Dan, il bambino di Shining, ormai adulto e pronto a combattere di nuovo i demoni che lo circondano.
Se parliamo di Stephen King, cosa viene in mente? Successi, bestseller senza tempo. E se aggiungiamo Shining? Un romanzo che ha scritto la storia, che ha ispirato registi come Kubrik e che mai verrà dimenticato. Con queste premesse, e con questo passato, Stephen King ha realizzato Doctor Sleep. Il romanzo prosegue nel narrarci le vicende di Dan dopo gli orrori di Shining. L’autore ci ha regalato dei grandi romanzi, tra cui 22/11/’63 e, viste le premesse, riuscirà a essere un best seller come il predecessore?
L’Overlook non aveva intenzione di lasciarselo sfuggire, non ancora. Almeno uno dei suoi spiriti vendicativi l’aveva seguito fino in Florida. Anni prima aveva scoperto la donna distesa in una vasca. Si era alzata e aveva cercato di strangolarlo con dita viscide, ma incredibilmente robuste. Se Danny avesse aperto la porta in quel preciso istante, la signora Massey avrebbe portato a termine il proprio lavoro.
Danny Torrance scappa dal Colorado insieme alla madre rifugiandosi in Florida, ma gli incubi generati dall’Overlook non vogliono lasciarlo in pace. Grazi all’aiuto del suo amico Dick Hallorann, riesce a controllarli e a capire a fondo come usare lo Shining, anche detto la “luccicanza”. Danny, ormai Dan, diventa adulto e la luccicanza diventa un fardello che non riesce più a reggere e, proprio come il padre, si perde nelle spire dell’alcool. Vagabonda per tutta l’America, passando da un lavoro all’altro fin quando non arriva nel New Hampshire, in un paesino dove il suo amico immaginario Tony gli fa capire di doversi fermare.
Qui la sua vita cambia radicalmente. Grazie all’intervento di un anziano amiche che lo aiuta a rimettersi in carreggiata e lo convince ad entrare negli alcolisti anonimi. Non solo, riesce a trovare lavoro in una casa di riposo. Qui aiuta, con la luccicanza, a far morire più serenamente gli anziani ospiti, ed ecco perché prende il soprannome di Dottor Sonno. Nel contempo nasce e cresce Abra, una bambina con una luccicanza potentissima e che supera addirittura quella di Danny da bambino. È proprio attraverso questa che riesce a contattare Dan per gioco, ma anche per chiedergli aiuto. Il Vero Nodo, guidato da Rose Cilindro, è nemico di tutti i bambini con la luccicanza, composta da mostri che terrorizzano la piccola Abra.
Questi porteranno Danny Torrance non solo ad affrontare delle grosse decisioni, nella classica lotta tra bene e male, ma anche ad affrontare il padre defunto e il suo amore paterno.Chi sono realmente i membri del Il Vero Nodo? Cosa vogliono dai bambini? Perchè Tony avvisa Danny di stare lontano dalla donna col cilindro? Come potrà vincere contro dei “mostri” così potenti?
Un libro che non ti obbliga a leggere il suo predecessore, ma che ti invoglia ad andarlo a cercare come a voler riempire una lacun. Una trama firmata dalla classica genialità di Stephen King dove si passa attraverso tre punti di vista: Danny, Abra e Rose Cilindro/Il Vero Nodo. L’idea di base è molto bella, ovvero riprendere vecchi personaggi, vecchi orrori, aggiornarli e se possibile peggiorarli, ma spesso tra idea e realtà c’è una grossa differenza. Il romanzo è carino, con dei bellissimi punti, ma rimane carino. probabilmente il tutto è dato anche dal fatto che lo abbiano pubblicizzato troppo e che, quindi, ci si aspetta un capolavoro come il predecessore, ma la realtà è ben diversa.
Di solito chiamavo l’alcool di papà la Brutta Cosa, riflettè Dan. Solo che talvolta è Buona. Anzi, quanto ti svegli da un incubo per metà dovuto alla luccicanza, diventa persino Ottima.
Come puoi far crescere un bambino che avevi già creato e traumatizzato in modo profondo? Semplice, lo fai diventare simile al padre che odiava, ma al contempo il più diverso possibile. Così Stephen King è riuscito a creare un protagonista veritiero che rispecchia ancora il bambino dolce di Shining, ma che porta pure le tracce del trauma subito all’Overlook. Si ferma però qui il tutto: gli altri personaggi/protagonisti come Abra o Rose Cilindro sono ben delineati fisicamente e anche di carattere, ma non hanno sfumature. Come sempre King cade sui personaggi femminili, disegnando solo i tratti essenziali e non dando spessore. Nel complesso, comunque, questa mancanza la si nota poco visto che quei tratti essenziali sono le colonne portanti per tutta la trama.
Troppo tardi. Stava girando la testa. I tendini del collo scricchiolarono come vecchi cardini arrugginiti. In ogni caso, che importanza aveva? Già sapeva che cosa c’era scritto. Si era liberato della signora Massey e di Horace Derwent, chiudendoli nelle cassette di sicurezza che custodiva nei recessi della sua mente, ma la partita con l’Overlook era ancora aperta. Sullo specchio, scritta con il sangue e non col il rossetto, spiccava un’unica parola: REDRUM
Lo stile di scrittura è inconfondibile ed inimitabile. Stephen King scrive in modo divino rendendo quasi indispensabile leggere, proseguire nell’avventura, scoprire quale mostro o nuova rivelazione si cela dietro la pagina. Man mano che si legge, ci si immerge nel suo mondo. Si scoprono angoli nascosti della città o si prova la sensazione di guidare un trenino, ma anche il sudore freddo che scorre sulla schiena quando ci si sveglia da un incubo. King, con il suo stile unico prende il lettore e lo strappa dalla sua comoda poltrona per immergerlo, quasi con violenza, nei suoi incubi.

Inutile nascondere quanto ami lo stile di Stephen King e quanto le sue storie mi appassionino, ma Doctor Sleep non posso considerarlo un capolavoro e, anzi, lo trovo mediocre. Nulla da eccepire, ha una bella trama e uno stile ottimo, ma è un romanzo che, quando lo finisci, lo guardi e dici “Bah, carino”. Ti lascia un po’ di amaro in bocca in quanto non è riuscito a creare una situazione dove la storia, e i personaggi, riescono a resta impressi, ma rimangono parole, semplice parole sulla carta. Doctor sleep è bello, ma non lo vedo come un libro imperdibile.
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