La recensione episodio per episodio della seconda stagione di Jessica Jones, per chi è troppo impegnato per fare maratone ma vuole comunque spazio per discutere
“Still angry”.
Questo è il commento con cui Jessica ci rende partecipi della sua mattinata, trascorsa in una seduta di gruppo degli iracondi anonimi e subito proseguita per le ferventi strade di New York.
È colpa del caldo, ci comunica. Eppure, noi quanto lei, sappiamo perfettamente che la rabbia di Jessica è radicata ben più in profondità e non è certo una peculiarità stagionale come può essere per gli altri. Se la palla di gomma allevia i sentimenti più violenti degli altri partecipanti alla seduta, questa diviene oggetto di distruzione nelle mani di Jessica. La rabbia di Jessica non appartiene al passato, perché – come spera di ricordare lei stessa – prima non era così.
È questo che spinge Jessica ad avvicinarsi al suo passato più di quanto non se ne sia tenuta alla larga precedentemente.
CONTROLLO E RABBIA
Nella prima stagione era il controllo il tema principale e filo conduttore di tutte le vicende, un elemento che ha avuto una buona presa sugli spettatori anche grazie all’intervento di un antagonista che ben rappresentava tale caratteristica.
La rabbia ha quindi il potenziale per coinvolgere anche questa volta più personaggi, antagonisti compresi. Malcolm e Trish stanno già dimostrando, più o meno naturalmente, dei comportamenti aggressivi, venendo spesso paragonati a Jessica.
Tuttavia, questa è una speranza che va a scemare da sé perché gli autori ci hanno già dichiarato più o meno apertamente l’intento di distanziarsi da ciò che già è stato fatto, pur rispettando il precedente lavoro. Non è stato costruito a caso, difatti, il rapporto che attualmente Jessica ha con il potenziale nemico della stagione; un lavoro del tutto opposto a quello svolto nella prima. Ora è Jessica a dover scovare uno sfuggente avversario.
Non scordiamo, però, che il magico mondo in cui Jessica investiga le permette di scovare un’imperfezione cutanea da una foto scattata da un paparazzo a Trish e che immortala per puro caso anche la misteriosa (non) dottoressa Hansen in fuga. Cinque minuti e trenta secondi dopo, Jessica e Trish identificano una pista verosimile sul caso IGH.
Il lavoro sui personaggi risulta nuovamente altalenante.
Il rapporto tra Jessica e Oscar, il tuttofare, migliora notevolmente. Tuttavia, l’investigatrice è confusa, rendendosi conto che è proprio il suo stile di vita ad allontanare le persone.
I parallelismi tra Jessica e Trish vengono ripresi durante le scene di interrogatorio, dove le due sembrano scambiarsi inconsciamente i ruoli quando si relazionano con il passato della propria sorella.