La recensione di The Terror, la serie prodotta da Ridley Scott in onda ogni lunedì su Amazon Prime Video.
A seguito della morte del padre, la giovane eschimese non proferisce più una singola parola al cospetto dei suoi assalitori e benefattori. Questo porta l’equipaggio a soprannominarla Lady Silence.
La giovane eschimese non è a conoscenza del significato di quella parola con cui viene identificata, al contrario di Sir John Franklin. Il capitano dell’Erebus sente fortemente la mancanza di Francis Crozier alla tavola degli ufficiali, non più chiassosa come un tempo. Il silenzio porta Sir John a rimembrare il passato in cerca di risposte, che tuttavia sembra riportarlo a un increscioso bivio.
Sir John prenderà i dovuti provvedimenti e affronterà Crozier faccia a faccia, rimembrando quanto il suo secondo sia poco aderente ai concetti di gruppo e fratellanza. Franklin si sente fortemente tradito per non aver ricevuto il benché minimo cenno di comprensione in cambio della sua affabilità.
Francis e John non demordono e sono pronti a dimostrare la loro grinta più efficacemente di quanto il resto dell’equipaggio sia disposto a credere. Crozier provvede ad attuare un piano totalmente cestinato dal suo superiore e che prevede la possibile salvezza di un gruppo minimo di marinai; Franklin, dal canto suo, fa dono della sua confidenzialità il resto dell’equipaggio, pronto a crogiolarsi in quell’affetto dovuto che l’ex-amico gli ha rinnegato.
Il conflitto tra la ricerca di appoggio umano e il rispetto delle cariche militari non coinvolge solo Franklin. Hickey viene a conoscenza della vacuità dei garbi avuti da Crozier nei suoi confronti, una beffa che non era pronto a ricevere e non sarà mai in grado di accettare dopo quanto il suo amante Gibson ha tramato alle sue spalle. Nella sua figura viene catalizzato il peccato, Hickey è soggetto di biasimo da parte del giovane Irving: la salda e consapevole scrittura dell’episodio ci impedirà di schierarci contro Cornelius Hickey, pur riconoscendo la superba malizia che accompagna costantemente la sua mente.
I personaggi continuano a muoversi e a macchinare, lo spettatore è pronto ad assaporare ciò che sagacemente ha intuito potergli offrire uno dei migliori prodotti televisivi attualmente in circolazione. “La morte giunge lentamente nel Grande Nulla Bianco”, lo scontro per la cieca o ragionevole sopravvivenza brontola negli stomaci dell’Erebus e della Terror.
Per questi elementi così ben orchestrati, la morte del capitano Franklin a fine episodio risulterà violenta e brutale più di quanto si potesse logicamente attribuire alla misteriosa creatura che attanaglia l’equipaggio tanto quanto il ghiaccio che avvolge le due navi.
L’ostinazione e la perseveranza di Franklin nel mantenere le proprie posizioni in virtù di una prossima gloria così a lungo rinnegata vengono derise dalla furia della natura. La morte di Franklin è veloce, un rapido vortice di esperienze che premia con la beffa il bonario uomo, costretto a una fine ridicola se non fosse per la regia concitata. La sua gamba, unico arto rimasto dell’intero corpo del capitano, è perfettamente agghindata per la rispettosa sepoltura. Un contrasto affascinante, reso brutale dagli ultimi onori che Crozier, ora succeduto a capitano, gli porge.
Francis, uomo assai più pratico che emotivo e per questo da sempre perfettamente in contrasto con l’amico scomparso, adopera per gli ossequiosi saluti le ultime parole dello stesso capitano Franklin, scritte qualche ora prima per le celebrazioni per la morte di Graham Gore. Allo spettatore viene fatto il dono unico di vedere con i propri occhi il testo fluido e magistrale che Crozier legge, osservando infine il nome di Gore depennato a favore di quello di Sir John. Una vista che qualsiasi altro componente dell’equipaggio avrebbe provveduto a definire terrificante per la freddezza di pensiero ed esecuzione.